Le importazioni di vini e spumanti stranieri - sottolinea la Coldiretti - sono scese ad un valore di appena 250 milioni di euro (330 milioni nel 2008) con la Francia che crolla a 158 milioni di euro (222 milioni nel 2008), secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat relativi al 2009 che evidenziano peraltro un valore delle esportazioni Made in Italy nel mondo di 3,5 miliardi di euro. Il crollo delle importazioni di vini stranieri colpisce principalmente i concorrenti francesi ma anche la Spagna che ha visto addirittura dimezzare il valore delle proprie spedizioni nel Belpaese, mentre rimangono residuali gli arrivi da Australia e Sudafrica. A scomparire dalle tavole degli italiani sono però soprattutto le produzioni dei francesi che, anche se rimangono il principale fornitore dell'Italia, registrano un crollo delle spedizioni in Italia del 29 per cento sia in valore che in quantità, per effetto della debacle dello champagne. In Italia e nel mondo - precisa la Coldiretti - sono infatti crollate le esportazioni di champagne francese (-22 per cento) e aumentano peraltro quelle di spumante italiano (+ 2 per cento) che nel 2009 mette a segno uno storico sorpasso nei brindisi a livello mondiale: sulla base dei dati consuntivi divulgati dalla federazione degli esportatori del settore transalpini sono state spedite all'estero 8,87 milioni di casse da 12 bottiglie (106 milioni di bottiglie) mentre lo spumante Made in Italy ha fatto segnare il record storico di 203 milioni di bottiglie.
La scelta dei consumatori italiani consolida un settore che, con un
aumento del 50 per cento in dieci anni, dà opportunità di lavoro in
Italia a 1,2 milioni di persone impegnate direttamente in vigne, cantine
e nella distribuzione commerciale, ma anche in attività connesse e di
servizio, con ogni grappolo raccolto in campagna che è in grado di
attivare ben 18 diversi comparti, secondo uno studio della Coldiretti. A
crescere in modo esponenziale sono state le attività indotte che si
sono estese negli ambiti piu' diversi: dall'industria vetraria a quella
dei tappi, dai trasporti alle assicurazioni, da quella degli accessori,
come cavatappi e sciabole, dai vivai agli imballaggi, dalla ricerca e
formazione alla divulgazione, dall'enoturismo alla cosmetica e al
mercato del benessere, dall'editoria alla pubblicità, dai programmi
software fino alle bioenergie ottenute dai residui di potatura e dai
sottoprodotti della vinificazione (vinacce e raspi) che potenzialmente
possono offrire da 2,4 a 3,2 milioni di tonnellate di biomasse ogni
anno. In Italia ci sono - precisa la Coldiretti - 250mila aziende
agricole con vigneti che offrono occupazione a circa 200mila lavoratori
dipendenti, dei quali 20mila extracomunitari: nel solo distretto di
Montalcino lavorano immigrati di 44 diverse nazionalità. Di queste ben
21.600 aziende agricole vendono direttamente il proprio vino ai
consumatori mentre le altre lo cedono alle 35mila aziende
imbottigliatrici presenti in Italia che impiegano operai, agronomi,
enologi, responsabili di marketing, informatici e wine manager.
Sono però le attività legate all'indotto meno tradizionali ad avere
avuto una vera esplosione negli ultimi dieci anni con la nascita del
fenomeno dell'enoturismo che ha realizzato nel 2009 un fatturato di 1,8
miliardi di euro "muovendo" sei milioni di turisti con un incremento del
20%, anche grazie a 150 strade del vino e oltre 500 città del vino. In
grande espansione - precisa la Coldiretti - è anche l'industria della
cosmetica e del benessere con il moltiplicarsi di centri di vinoterapia e
l'arrivo di nuovi e curiosi prodotti per la cura del corpo, dal sapone
al Sagrantino alla crema di bellezza alla Barbera fino al dopobarba
all'Amarone. La capacità di individuare esperienze imprenditoriali
creative che valorizzano lo storico legame del vino con il territorio e
la tradizione sembra essere la ricetta del successo di molte attività
correlate come dimostrano alcuni degli esempi esposti dalla Coldiretti
al Vinitaly: alla bottiglia in pietra lavica per il Lacrima Christi del
Vesuvio, dalle gelatine di Chianti al vino che cambia con il segno
zodiacale fino a quello biodinamico che si può gustare solo dopo dieci
anni dalla vendemmia. (chartabianca 12:04)