Successivamente, archiviate le differenze identificative e legali esistenti tra USA ed Europa, si è andato incontro alle difficoltà di regolamentazione esistenti in Italia. Qui, infatti, molti sono i punti d'ombra che fanno del giornalismo online una professione riconosciuta solo in parte come tale. Le principali problematiche sono dovute, in prima istanza, alla crisi economica mondiale che non ha lasciato troppo scampo all'editoria (così come altri settori), inoltre, connessi a questi fatti, c'è da segnalare un "mini settore" interno a quello editoriale, in cui non sempre le "regole del gioco" vengono rispettate. Questo implica uno sfruttamento dei giornalisti i quali spesso sono assunti senza contratto e vengono, nel migliore dei casi, sottopagati. Tale fenomeno però è presente non solo nell'online ma a tutto il sistema informazione.
In un'ottica di questo genere viene a mancare, nei quotidiani in rete, quel marchio di garanzia di cui ogni testata dovrebbe fare sfoggio. Le notizie spesso vengono scritte tramite "copia e incolla" creando di fatto uno stereotipo dei fatti accaduti ed il ruolo di blogger viene a sovrapporsi, e a scambiarsi a volte, con quello del giornalista. Utile alla causa sarebbe una regolarizzazione del web. Una messa a norma difficile già di suo vista l'atipicità del mezzo informatico, ma indispensabile se si vuole fornire un informazione dotata di credibilità e veridicità, aggettivi fondamentali per un giornale. La strada, dunque, sembra davvero lungo e difficoltosa così come complesso è regolare la rete riuscendo a valorizzare professionisti e aspiranti, senza rischiare di entrare nel campo della censura o della violazione della libertà di stampa. (chartabianca 17:06)