"Dopo un lavoro di un anno, nel quale abbiamo ascoltato le esigenze dei vari attori della filiera - ha spiegato l'assessore Prato - come Assessorato, Agris e Laore e grazie alla volontà di queste prime aziende, siamo riusciti a mettere insieme le necessità di ognuno: istituzioni, produttori, trasformatori e confezionatori. Questo progetto è il frutto di un'operazione che vuole prima di tutto rilanciare il comparto suinicolo della Sardegna, grazie a una migliore remunerazione del settore primario e a una collocazione sul mercato isolano e nazionale a prezzi competitivi di un prodotto che qualitativamente è superiore a quello di altra provenienza".
I fondatori della filiera, tutte aziende certificate, sono l'azienda agricola Previdenza di San Gavino Monreale (allevamento), Murru di Irgoli, Fattorie Gennargentu di Fonni, La Genuina di Ploaghe (per il sezionamento e salumifici); Salumitaliani di Iglesias (per il centro di confezionamento). Presidente è Alessandro Mamusa. Proprio i rappresentanti delle imprese, che hanno ringraziato per il lavoro di regia l'assessore Prato, hanno lanciato un appello a tutti gli altri produttori e trasformatori isolani affinché aderiscano presto alla filiera. Che sarà anche un efficace strumento per continuare a combattere la peste suina africana, sul quale la Regione sta lavorando per la sua definitiva eradicazione dalla Sardegna.
Fin dall'origine del progetto, si è voluto mantenere la taglia di suino magro (90-115 kg di peso vivo), rispettando le tradizioni dell'Isola. Ciò consente di offrire al mercato un prodotto in linea con le richieste nutrizionali e salutistiche più evolute e consente di ottenere dei prodotti finiti con le caratteristiche organolettiche prevalentemente apprezzate dai consumatori italiani ed esteri. Una rigida e controllata tabella alimentare, costituita esclusivamente da cereali e altri sottoprodotti vegetali e della lavorazione del latte (siero, scotta, ecc. ), consente di ottenere una carne di qualità riconosciuta e apprezzata. L'utilizzo dell'antica tecnica della "bruciatura" della cotenna in fase di macellazione degli animali consente di ottenere una salubrità superiore rispetto alle tradizionali tecniche di depilazione, permettendo alla carne del suino di filiera di mantenere una stabilità organolettica per un tempo commerciale superiore. (chartabianca, 14:28)