Cagliari, 28 mag 2010 (CHB) - E' pronto a partire il progetto pilota sull'identificazione elettronica degli ovicaprini studiato da Confagricoltura e Cia, in collaborazione con l'università di Sassari e l'assessorato regionale alla Sanità. La sperimentazione avrà durata annuale, si applicherà su un totale di 5.000 capi e metterà a confronto due diversi sistemi elettronici: il bolo ruminale e il transponder iniettabile e servirà per individuare quello più vantaggioso per gli allevatori. Secondo i dati della Banca Nazionale del Servizio Sanitario, in Sardegna sarebbero 3 milioni e 570.000 gli ovicaprini. Il 20% di questi, rappresentano le nuove leve da identificare con il mezzo elettronico. L'Italia ha optato per l'adozione del bolo ruminale, un chip che viene introdotto nel pre stomaco degli animali, all'interno di una capsula di ceramica e attivato da un lettore che visualizza il codice corrispondente alla marca auricolare. Sebbene una circolare del ministero della Sanità non ammetta l'uso del transponder iniettabile, molti Paesi Europei l'hanno preferito perché permette di anticipare l'età di identificazione, tutela il benessere dell'animale, riducendo lesioni ed infezioni.
La carta di identità che contiene i dati sulla nascita, tracciabilità genetica e vaccinazioni, presenta numerosi vantaggi, sono stati spiegati nel corso di un convegno. Secondo Franco Gioi, veterinario dell'assessorato regionale alla Sanità "la sperimentazione con il transponder sarà positiva e verrà ben recepita dagli allevatori perché rende possibile l'identificazione dell'animale già dai primi giorni di vita, garantendo la tracciabilità anche delle carni d'agnello da latte sardo, prima che il rumine sia formato. Ciò permette di contrastare le produzioni tarocche spacciate per sarde". Più cauto Salvatore Farina, responsabile del settore Sanità animale dell'assessorato. "Se il mezzo si rivelerà idoneo e non presenterà controindicazioni, mi sembra giusto che venga rimessa a ciascun allevatore, la decisione sul tipo di identificazione da adottare. Questa sperimentazione, effettuata sulle due tipologie, è utile per scegliere quello che meglio si adatta alla realtà sarda". I rappresentanti di Confagricoltura e Cia hanno sottolineato che la tracciabilità e la sicurezza alimentare, rappresentano la garanzia di tutela per il consumatore. (chartabianca, 18:10)