Milano, 10 giu 2010 (CHB) - Anche a Sanremo si fa chiarezza sull'uso dei bagni all'interno dei pubblici esercizi. La delibera del Consiglio Comunale non lascia dubbi: "Gli esercizi pubblici di somministrazione e tutti i locali di pubblico ritrovo debbono essere dotati di servizi igienici conformi alle norme stabilite dalla normativa sanitaria, da tenersi a disposizione solo dei clienti". Viene così accolta una richiesta da parte della Confcommercio territoriale che aveva chiesto di mettere fine al fenomeno di invasione dei bagni nei bar da parte di intere carovane di turisti a fronte di nessuna consumazione.
Fipe, la federazione dei pubblici esercizi, un settore composto da 250mila imprese, accoglie con soddisfazione la decisione che va a sommarsi ad un altro provvedimento con forza di legge, cioè la sentenza del Tar Toscana secondo cui l'uso del bagno all'interno dei pubblici esercizi è un servizio privato fornito ai clienti e non un servizio pubblico a disposizione di tutti i passanti.
«È evidente che a prescindere dalla delibera - commenta il presidente Fipe, Lino Stoppani - rimane il principio del buon senso. Sfido a trovare sin da ora un esercente che, vedendo una persona in stato di difficoltà, arrivi a negarle l'uso del bagno se non ha consumato. Vero è che se tutti avessero avuto il buon senso di consumare qualcosa per utilizzare poi anche il bagno, non ci sarebbe bisogno di impiegare il tempo in delibere o sentenze che sembrano assolutamente scontate. Fortunatamente nel caso di Sanremo è stato lo stesso Comune a sostenere le ragioni degli esercenti, nella consapevolezza che non può essere scaricato su di loro il servizio del bagno pubblico che compete proprio alla pubblica amministrazione». (chartabianca, 17:24)
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