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SOFT DRINK, MODA TUTTA DA BERE: QUALI E QUANTI NE CONSUMIAMO

Roma, 28 giu 2010 (CHB) - Oltre tre miliardi sono i litri di bevande analcoliche prodotti annualmente in Italia per fatturato annuo pari a 1,9 miliardi di euro e un giro d'affari complessivo per i produttori che si attesta sui 3 miliardi di euro. Sono questi secondo ASSOBIBE, l'associazione nazionale degli industriali delle bevande analcoliche, i numeri dell'industria del soft drink nel nostro Paese, un mercato che, come spiega il direttore dell'associazione, David Dabiankov: "nonostante la crisi ha saputo mantenere un andamento lineare caratterizzato da una crescita contenuta". Piuttosto stabili risultano i consumi di questa categoria merceologica che si attestano sui 5 miliardi di litri annui, 3 miliardi dei quali relativi a bibite gassate e 2 di bevande piatte per un valore complessivo dei consumi pari a 6 miliardi e mezzo di Euro.

Per quanto riguarda le diverse tipologie di prodotto gli italiani che consumano mediamente 66 litri annui pro-capite continuano quindi a orientarsi prevalentemente sul segmento gassate.  Relativamente ai gusti nel nostro Paese si preferiscono le cole che rappresentano il 53,4% dei volumi complessivi di vendita, seguite dalle aranciate (21,5%) e dalle gazzose (9,3%). Più contenute le vendite di chinotto (3,5%), pompelmo (2,8%), limonata (2,7%) e acqua tonica (1,7%), mentre un 5,1% del mercato riguarda gusti vari. Considerando l'andamento registrato negli ultimi sette anni, a fronte di una crescita costante nei volumi di bibite consumate, si è assistito a un continuo incremento delle bevande funzionali come energy e sport drink che sono passati dai 75 milioni di litri consumati nel 2001 ai 130 milioni del 2008.

A bere analcolico sembra essere soprattutto il nord-ovest della Penisola dove si concentra il 29,6% del totale delle vendite, e il Sud (27,4%). Decisamente più bassi sono invece i livelli di consumo di Centro (21,6%) e nord est (21.5%). Rispetto ai canali di distribuzione, le bevande analcoliche vengono acquistate soprattutto tramite la grande distribuzione organizzata, ovvero ipermercati, supermercati, superette e discount (68%), mentre a fronte di un 21% di soft drink consumato tramite il canale Horeca, il dettaglio tradizionale registra l'11% del totale dei volumi venduti. (chartabianca, 12:40)