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MURRU, GUERRA SULLE SALSICCE, PRATO: COMPRI PIU' SUINI SARDI

Cagliari, 11 ott 2010 (CHB). "Escludo categoricamente che qualcuno voglia fare la guerra al salumificio Murru, un'azienda importante che personalmente rispetto, offre occupazione e i cui titolari potrebbero essere i salvatori dei nostri suinicoltori. La condizione è che non si pretenda di pagare la carne fresca sana e buona degli allevamenti sardi a 1,20 euro al kg, perché a queste condizioni le aziende primarie muoiono. Dove sono disponibili materie prime locali non si può né si deve acquistare fuori per poi "sardizzare" i prodotti trasformati". L'assessore regionale dell'Agricoltura Andrea Prato interviene e replica al sindaco di Irgoli sulla vicenda del salumificio del paese. "Da un sindaco sardista - chiarisce l'assessore - mi attendo che condivida con me un atteggiamento più identitario e conduca una battaglia senza sconti su un uso maggiore dei prodotti sardi".

Prato ricorda come lo scorso 28 settembre abbia voluto riunire attorno allo stesso tavolo, assieme al presidente della V Commissione agricoltura Mariano Contu e al presidente di Confindustria Sardegna centrale, tutti i rappresentanti del Consorzio. Sono state analizzate problematiche e opportunità della filiera e a nome degli allevatori l'assessore si è impegnato a fare da garante per reperire (secondo il disciplinare in vigore nella Filiera) tutta la carne locale richiesta dall'azienda di trasformazione, una volta che questa avrà presentato un piano produttivo sulle potenzialità di ritiro dei prossimi sei mesi.

"Il problema della carenza delle materie prime - aggiunge Prato - esiste per la bottarga, le mandorle, il grano tenero e pochi altri settori ma le esigue materie prime locali vanno pagate più care di quelle provenienti da fuori proprio per l'esclusività, non il contrario. Questa difficoltà non c'è per le carni di suino, perché mi risulta che la produzione basti a soddisfare tutta la domanda delle aziende di trasformazione. La Regione ha lavorato più di anno per far dialogare gli attori della filiera suinicola, e la nascita del Consorzio "Filiera del suino sardo" è un'ottima base di partenza: ora mi aspetto che tutti i soci seguano le regole che loro stessi hanno approvato".
"Fermo restando che il Consorzio è un organismo privato, e nel quale la Regione finora non ha messo un euro - aggiunge l'assessore - nessuno può avere interesse a danneggiare o a escludere Murru dalla Filiera perché è un'azienda che da sola potrebbe lavorare buona parte della materia prima locale già disponibile nei numerosi allevamenti sardi. Voglio anche precisare la questione del 20 per cento del totale acquistato di carne di suino sardo: intanto, è una richiesta che vale per tutti i soci, non una regola che voglia penalizzare Murru. Poi, si tratta di una percentuale graduale: nel luglio scorso avevo scritto al presidente del Consorzio per conoscere le quantità di carne consumate dai soci della Filiera, chiedendo che entro settembre venisse consumato il 5 per cento del totale acquistato di carne per ciascun socio, il 10 per cento entro il 31 ottobre fino ad arrivare al 20 per cento entro la fine dell'anno. Fino a oggi, mi risulta che soltanto Murru abbia sollevato difficoltà, mentre gli altri trasformatori stanno rispettando senza problemi la richiesta che ha soltanto l'obiettivo di tutelare la produzione delle nostre aziende suinicole. Ecco perché è stato chiesto a Murru il piano produttivo, in modo tale da reperire la materia prima locale secondo le sue esigenze. La Regione sta mediando al massimo perché da una parte la maggiore impresa della Sardegna che lavora carne di maiale possa aumentare in modo sensibile il consumo di materia prima locale e dall'altra venga data una risposta alle esigenze dei produttori delle nostre suinicole che attraversano una crisi senza precedenti", conclude l'assessore. (chartabianca, 16:03)