Martedì 16 dicembre 2025 - 22:10

PASTORIZIA, IN CONSIGLIO IL DISEGNO DI LEGGE

Cagliari, 10 nov 2010 (CHB) - Oggi in Consiglio regionale si discute e forse si approva il Disegno di legge in materia di agricoltura, che prevede interventi contro la crisi della pastorizia e altre azioni per gli altri settori agricoli.

ecco il testo integrale del discorso dell'assessore dell'Agricoltura Andrea Prato:

Presidente del Consiglio, Presidente della Giunta, onorevoli consiglieri,

 

Coerentemente con quanto esposto nelle relazioni di maggioranza e opposizione, la Giunta regionale intende creare quei presupposti che apportino novità strutturali al comparto agro-pastorale sardo. L'obiettivo è duplice e ambizioso: aggredire la peggiore crisi che la nostra agricoltura vive dal Dopoguerra a oggi e gettare le basi affinché gli stessi problemi non si ripresentino in futuro.

 

Questo settore, e in particolare quello ovi-caprino, da troppo tempo subisce quelle che definisco le 6 vergogne agricole e sulle quali dirò più tardi. "Vergogne" che questo provvedimento vuole finalmente cancellare dalla memoria dei nostri pastori.

In questi mesi si è proceduto ricercando la massima condivisione di tutti gli attori impegnati in prima linea a difesa del comparto, a partire dalle organizzazioni agricole e dalla Commissione Agricoltura, con l'obiettivo di creare effetti duraturi e soprattutto no partisan.

Il documento, nato con la forte condivisione del settore produttivo, visto che accoglie oltre il 70% delle richieste pervenute formalmente dai suoi rappresentanti, si è via via arricchito di contenuti e risorse. E oggi può davvero proporsi come un primo grande passo verso una seria riforma agraria in Sardegna.

Le parole chiave del provvedimento sono: qualità, aggregazione, diversificazione produttiva, governo delle filiere, sostegno solo per veri contadini e pastori, accesso al credito, elettrificazione e infrastrutturazione rurale. Ed è proprio su questi punti fermi che vogliamo fortemente varare una riforma agraria della quale si sente grande necessità da troppo tempo.

Vista la complessità dei temi, e considerati i limiti normativi e finanziari, si ritiene di aver raggiunto il miglior risultato possibile e, nonostante il clima di austerità finanziaria, mai come oggi la Regione Sardegna ha riconosciuto all'agricoltura una simile centralità politica ed economico-finanziaria.

Un altro grande elemento di innovazione rispetto al passato sta nella qualità degli interventi che prevedono un concreto sostegno economico ai produttori e ai trasformatori del settore. Ma allo stesso tempo si chiede loro in cambio, per la prima volta, atti formali che portino il nostro sistema produttivo agricolo e pastorale fuori dagli schemi retrogradi e medioevali che la Sardegna registra e denuncia da troppo tempo.

I nostri pastori non meritano una Sardegna così arretrata e i provvedimenti contenuti in questo disegno di legge vogliono porre fine almeno alle 6 grandi vergogne agricole che ho citato in premessa:

1. la prima di queste vergogne è che oggi il latte destinato alla caseificazione si paga ancora al litro e un allevatore che fa un prodotto di qualità (dietro il quale ci sono fatica, sudore, passione per questo mestiere e investimenti aziendali) percepisce gli stessi soldi anche se meriterebbe fino al 60% in più di un hobbysta;


2. la seconda vergogna: in molte aree non esiste ancora elettrificazione rurale, ma oggi finalmente con atti concreti intendiamo dare energia pulita a questi avamposti di civiltà anziché mortificare ulteriormente la loro voglia di intraprendere in territori difficili;


3. la terza è che le nostre industrie cooperative utilizzano il latte ovino sardo all'80% per fare un solo formaggio, declinato sempre più ad una commodity, svilendo il ruolo storico del pecorino romano DOP che deve tornare ad essere uno dei grandi formaggi non solo sardi, ma anche italiani;


4. la quarta vergogna è che le stesse cooperative vanno sul mercato con una commodity che spesso contiene il 7% di sale (in barba a ogni principio salutistico e a quelle che oggi sono le esigenze dei consumatori), facendosi così la guerra dei poveri e svilendo ancor di più il prezzo del formaggio e quindi del latte;


5. la quinta è che, nonostante i mille proclami, attuare il piano di qualità del latte è stato sempre impossibile per la difficoltà nell'elaborazione dei dati subito dopo il prelievo. Ma con l'acquisto di 250 latto-prelevatori da parte di Laore avvieremo finalmente e a brevissimo un piano per riconoscere il latte di qualità e pagarlo in modo adeguato a chi investe in questo prodotto;


6. L'ultima, e forse la peggiore di tutte le vergogne, riguarda il rapporto industriali caseari e i pastori. A causa della scarsa capacità di aggregazione si è instaurato il sistema delle caparre che tiene in ostaggio migliaia di pastori che, trovandosi sempre a dipendere da metodi vetusti, non hanno la serenità di attivare relazioni contrattuali serene e alla pari. Ecco perché l'aggregazione dell'offerta, forse il punto nodale e più importante di tutto il provvedimento oggi in discussione, è la chiave di volta perché tutto questo non accada più.

 

Detto questo, vorrei ricordare come lo stanziamento complessivo del provvedimento, che nella prima stesura di fine luglio (oggi sembra sia passato un secolo) era di 16,5 milioni di euro, oggi arriverà a 143,7 milioni di euro.

Più nel dettaglio, gli emendamenti che arricchiscono il DDL 186, elaborati dalla Giunta anche in base agli accordi con diverse associazioni agricole e con gli altri attori del comparto, sono:

1. all'articolo 1, relativo dell'aggregazione e del latte a qualità, la dotazione viene raddoppiata fino a 30 milioni di euro nel triennio 2010-2012, e si prevede di erogare fino ad un massimo di 3.000 euro ad azienda secondo precisi criteri.

2. Per l'aggregazione delle imprese di trasformazione e l'accrescimento della managerialità la dotazione complessiva sarà di 20 milioni di euro nel biennio 2010 2011 e riguarderà, oltre il comparto ovino, anche quello vitivinicolo, serricolo, ortofrutticolo, e delle carni sarde di qualità.

3. Per ridurre ulteriormente le scorte di formaggi ovini dop si prevede l'erogazione di 6 milioni di euro per distribuire tali prodotti ai Paesi in via di sviluppo per l'anno 2011.

4. Per la diversificazione produttiva si prevede di sostenere la trasformazione del latte in polvere o in nuovi formaggi diversi dal pecorino romano dop per 11 milioni di euro nel triennio 2010 2012.

5. Per il potenziamento delle filiere che garantiscano una ricaduta positiva verso i produttori di materie prime è stata prevista una dotazione di 15 milioni di euro per ricapitalizzare le aziende e in particolare quelle cooperative.

6. Per ripristinare delle adeguate condizioni di mercato si prevede di favorire modifiche per governare al meglio il latte e i formaggi trasformati per non trovarsi nuovamente nelle attuali situazioni di crisi che si ripercuotono da cent'anni quasi solo su pastori e contadini, la parte più importante e debole, fino ad ora, dell'intera filiera. Si istituisce finalmente presso l'agenzia regionale Laore Sardegna il tanto agognato osservatorio regionale di programmazione e monitoraggio produttivo e commerciale con la collaborazione dei consorzi di tutela, delle aziende sanitarie, delle Università, e di istituzioni pubbliche nazionali e regionali.

7. Per proseguire il lavoro della valorizzazione dei prodotti regionali ed incrementare i consumi interni è stata inserita la spesa di 2,5 milioni di euro per il triennio 2011 2013.

8. Per garantire la libera circolazione dei ruminanti, si stabilisce uno stanziamento di 850 mila euro per assicurare agli allevatori sia i vaccini che la copertura istituzionale nell'interlocuzione con le altre regioni italiane, ma anche per migliorare il sistema di tracciabilità.

9. Per favorire l'aggregazione nell'acquisto di mangimi, che determinano circa il 40% dei costi produttivi delle aziende zootecniche, si vuole favorire la concentrazione degli acquisti attraverso gli attori aggregati grazie all'articolo uno del presente disegno di legge. La dotazione finanziaria per tale aggregazione è di 1,5 milioni di euro per il triennio 2011 2013.

10. Per aggregare e sostenere le produzioni cerealicole sarde e favorire processi di filiera che portino all'uso di grano sardo per la produzione di pani e paste tipiche sarde la dotazione finanziaria dell'articolo due passa da 6 a 12 milioni di euro nel triennio 2011 2013.

11. Per migliorare la capacità produttiva delle aziende agro zootecniche e ridurre i costi energetici si intende favorire la realizzazione di impianti fotovoltaici, sia per le aziende agricole che zootecniche, attraverso un miglior accesso al credito da parte dell'imprenditore agricolo che diversamente deve necessariamente interfacciarsi con imprenditori terzi. La Regione intende finanziare questa misura di accesso al credito con 7 milioni di euro nel triennio 2010 2012.

12. Per favorire il ricambio generazionale in agricoltura e permettere a svariati imprenditori di riappropriarsi della propria azienda, si prevede di finanziare con mutui trentennali l'acquisto o il riacquisto di aziende agricole. La dotazione finanziaria è di 10 milioni di euro per il 2011 e di 1,5 milioni di euro all'anno per gli esercizi finanziari a seguire.

13. Per favorire i prestiti di conduzione e concorrere alla riduzione della pressione sugli interessi bancari di breve termine, la regione eroga 6 milioni di euro per il triennio 2011 2013.

(chartabianca, 13.10)