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Lunedì 13 maggio 2024 - 22:58

CRISI, ANCHE 500 IMPRESE SARDE IN PIAZZA A ROMA: SUBITO AZIONI CONCRETE

(CHB) - Cagliari, 18 feb 2014 - C'è anche una delegazione sarda a Roma alla manifestazione organizzata dalle associazioni di categoria degli imprenditori, per chiedere azioni concrete contro la crisi e rilanciare il sistema produttivo. "Le imprese, in attesa da troppo tempo di una ripresa che sembra non arrivare mai, chiedono a Governo e Parlamento azioni concrete e non più confronti astratti sui problemi in piedi e senza apparente soluzione. La crisi, la crescita allarmante della disoccupazione e una pressione fiscale, locale e nazionale, che anche nel 2014 rimarrà a livelli intollerabili, rischiano di prolungare i loro effetti sulle imprese, già stremate da forti difficoltà, e provocare un ulteriore impoverimento delle famiglie.
Oggi, grazie alla manifestazione “Senza impresa non c’è Italia. Riprendiamoci il futuro”, sono arrivati a Roma – da ogni parte d’Italia – migliaia di imprenditori di Casartigiani, Cna, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti (500 dalla sola Sardegna), per esprimere il profondo disagio per le condizioni di pesante incertezza in cui le imprese sono costrette ad operare, ed anche avanzare concrete proposte di rapida attuazione, che possano evitare il declino economico e ripristinare un clima più positivo e di maggior fiducia nel futuro.
Intorno alle 12 verranno presentate alla politica le richieste per uscire dalla crisi, ma anche la forza di mobilitazione del territorio e delle imprese, che sono gli unici soggetti produttivi in grado di garantire occupazione e stabilità. Il mondo dell’impresa diffusa, dell’artigianato e del terziario di mercato, rappresenta infatti il tessuto produttivo più esteso dell'Italia. Dal futuro di questo sistema di imprese dipende il futuro del Paese".
"Nel nostro Paese - ricordano le associazioni - è di eccezionale gravità la contrazione dei livelli produttivi registrata nell’ultimo quinquennio in tutti gli ambiti d’attività economica
- In Italia il valore aggiunto fra la metà del 2007 e la fine del 2013 si è ridotto di circa 9 punti percentuali (oltre 10, ragionando in termini pro capite) e torneremo ai livelli pre-crisi non prima del 2020, se si realizzeranno tassi di crescita intorno all’1%.
- Il 2014 non sarà l'anno di svolta per l’economia italiana: secondo le nostre previsioni, il Pil crescerà dello 0,3%, o forse poco più, mentre i consumi caleranno ancora dello 0,2%.
Nella classifica della Banca Mondiale sulla facilità di fare impresa, l’Italia si attesta al 25° posto tra i 28 Paesi che nel 2013 componevano l’Unione Europea. Per i soli adempimenti fiscali, continuano ad essere necessari (sempre secondo la BM) anche nel 2013, 269 ore l’anno (34 giornate lavorative). Si tratta di oltre 100 ore in più (13 giornate) rispetto alla media dei Paesi dell’area Euro, 83 ore in più (10 giornate) rispetto alla media dei Paesi OCSE. Il livello d’imposizione fiscale sui profitti d’impresa ha raggiunto, nel 2013, il 65,8% (BM), oltre 20 punti al di sopra della media europea; quello sulle MPMI supera il 64%, secondo nostre stime. Soltanto nei primi 9 mesi del 2013, si è registrata la chiusura di 277mila attività. Delle nuove imprese, nate nel 2009, a distanza di 4 anni ha cessato l’attività il 40%. (CHARTABIANCA) red