Martedì 16 dicembre 2025 - 14:38

RIFIUTI ANIMALI: IMPIANTO ‘SOA' DI ‘AGRISERVICE’ A TULA (SS), REGIONE: NO A ULTERIORE PROCEDIMENTO ‘VIA’

(CHB) - Cagliari, 24 feb 2022 - La Regione ha deciso di non sottoporre alle ulteriori procedure di Valutazione di impatto ambientale il progetto per l'impianto di valorizzazione di sottoprodotti di origine animale (Soa) per la produzione di grasso liquefatto e farine proteiche, nel comune di Tula, presentato dalla società Agriservice Srl, a condizione che siano recepite nel progetto da sottoporre ad autorizzazione particolari condizioni ambientali. Con una delibera approvata dalla Giunta su proposta dell’assessore dell’Ambiente, Gianni Lampis, si prevede anche che i lavori sull’intervento dovranno essere realizzati entro cinque anni dalla pubblicazione della delibera.

PROPOSTA. Il progetto, che prevede oneri di 800 mila euro, consiste nella realizzazione di un impianto per il trattamento di scarti di origine animale 'categoria 3', per la produzione di grasso liquefatto, da destinare a successive lavorazioni di raffinazione, e di farine proteiche, da destinare al “pet food”. L'attività sarà esercitata, previa installazione degli impianti tecnologici, all'interno di un capannone esistente dislocato in un comprensorio industriale nell'agro del territorio del comune di Tula (Sassari), ricadente nei siti della Rete Natura 2000 - “Campo di Ozieri e Pianure comprese tra Tula e Oschiri” e “Piana di Ozieri, Mores, Ardara, Tula e Oschiri”. La capacità di trattamento dell'impianto è di 25 tonnellate al giorno e 6.000 tonnellate anno di Soa. L'impianto sarà compartimentato in due zone adeguatamente separate: una zona “sporca”, di ricevimento dei Soa, di sanificazione dei mezzi (pulizia e disinfezione) e di triturazione, e una zona “pulita” di trattamento coincidente con l'ambiente confinato in cui avvengono le altre operazioni di trasformazione: seconda triturazione (per portare la pezzatura dei Soa. a diametri tra 30 e 50 millimetri); pastorizzazione e liquefazione, all'interno di un cuocitore; captazione e condensazione dei vapori del cuocitore e separazione della frazione liquida (grasso liquefatto) e solida (farine proteiche).

LAVORI. In base al piano dei lavori sia la zona “sporca” che quella “pulita” saranno completamente chiuse e mantenute in depressione con aspirazione e trattamento dell'aria aspirata prima dell'emissione in atmosfera. Completano la dotazione impiantistica la caldaia per la produzione di energia termica, l'impianto di trattamento delle acque di prima pioggia e l'impianto di trattamento e recupero delle acque reflue derivanti dal lavaggio delle apparecchiature e dei locali e dalle operazioni di sanificazione dei mezzi di trasporto. I residui del trattamento, tra i quali l'acqua di colla e i fanghi di sedimentazione e centrifugazione del grasso animale (produzione ammonta a circa 9,25 tonnellate al giorno), saranno inviati a recupero e smaltimento da parte di terzi, tra cui l'adiacente impianto di digestione anaerobica per la produzione di biogas.Per questo saranno caricati su autocisterna (mediante sistemi di pompaggio a tenuta) dall'impianto di trattamento Soa alla prevasca dell'impianto di produzione di biogas (scarico con sistemi di pompaggio a tenuta), utilizzata per il conferimento dei liquami zootecnici e per il ricircolo del digestato liquido tra digestore primario e post digestore dell'impianto di produzione biogas.

PRESCRIZIONI. L’ok della Giunta arriva con la necessità per la società di adempiere ad alcune prescrizioni. In particolare: il layout impiantistico dovrà prevedere, all'interno della cosiddetta “zona sporca”, la presenza di celle frigo e cassoni refrigerati da utilizzarsi in caso di fermi impianto o guasti; dovrà essere verificata la fattibilità e opportunità di ulteriori misure progettuali e gestionali per minimizzare la produzione di odori, come la costruzione di una bussola a tunnel in corrispondenza dell'ingresso per evitare la fuoriuscita di odori durante le fasi di apertura per ingresso e uscita mezzi; il corretto dimensionamento e l'adeguatezza del sistema di aspirazione e trattamento delle emissioni odorigene, nonché del sistema di gestione delle acque reflue e delle acque di prima pioggia che, in ogni caso, dovrà essere conforme alla disciplina regionale degli scarichi”. Inoltre, salvo la previsione di limiti più restrittivi, per le emissioni in atmosfera dovranno essere garantite le concentrazioni indicate nelle direttive regionali in materia di emissioni in atmosfera. Infine secondo le prescrizioni le modalità di monitoraggio e controllo delle componenti ambientali, nelle fasi prima, durante e dopo l'opera dovranno essere concertate con l’Arpas. In particolare, per verificare l'efficacia dei sistemi di controllo delle emissioni odorigene e i risultati delle previsioni modellistiche, dovrà essere previsto un monitoraggio. (CHARTABIANCA) red © Riproduzione riservata regione imprese agricoltura