La Maddalena, 17 feb 2010 (CHB) - E' stato avvistato nell'area delle isole Barrettini questa mattina alle 12 circa dal personale del Parco addetto al monitoraggio un esemplare di circa 7 metri di squalo elefante (Cetorhinus maximus). Lo squalo elefante, unica specie della famiglia Cetorhinidae, è il secondo pesce esistente più grande dopo lo squalo balena. Nonostante la sua enorme mole - la sua lunghezza può talora raggiungere anche i 10 metri, mentre il peso può arrivare sino alle 10 tonnellate - si tratta di un animale inoffensivo.
Sebbene le zone nelle quali lo squalo elefante si trova più spesso siano soprattutto quelle settentrionali dell'Oceano Atlantico, la sua presenza nel Mar Mediterraneo è considerata regolare specialmente durante la primavera. Al pari di altri animali marini, come balenottere e cetacei, l'area dell'Arcipelago e delle Bocche di Bonifacio è particolarmente ricca di nutrimento per queste specie nel periodo tra febbraio e aprile. Proprio durante la primavera si registrano, soprattutto negli ultimi anni, numerosi avvistamenti in Sardegna. Sembra infatti che questo squalo mostri la tendenza di ritornare ogni anno nelle stesse coste per alimentarsi di plancton. La pesca mirata - che è durata oltre 200 anni - e il commercio internazionale per l'utilizzo delle pinne, hanno completamente fatto collassare la popolazione di questo squalo a livello mondiale. Cetorhinus maximus è oggi una delle specie che richiedono maggiore protezione a causa delle caratteristiche biologiche.
Per questi motivi lo squalo elefante è stato incluso infatti nell'Annesso II della Convenzione di Barcellona (Barcelona Convention for the Protection of the Mediterranean Sea, Protocol Concerning Specially Protected Areas and Biological Diversity in the Mediterranean) e compare nel Appendice II (specie strettamente protette) della Convenzione di Berna (Conservation of European Wildlife and Natural Habitats. Nel 2000 è stato inoltre inserito nell'Appendice II della convenzione di Washington (CITES). L'avvistamento di questa mattina fa seguito a un episodio già avvenuto nelle acque dell'Arcipelago, seppure circa tre anni fa, e la sua presenza è stata confermata anche da alcuni esperti ed amanti nel mondo subacqueo. (chartabianca 18:33)