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Martedì 20 maggio 2025 - 10:34

EDILIZIA: SUPERBONUS 110%, NASCE CLASS ACTION NAZIONALE: 'SUBITO MODIFICA DECRETO SOSTEGNI, RISCHIO STOP CANTIERI'

(CHB) - Cagliari, 09 feb 2022 - “Superbonus 110% a rischio con l’approvazione dell’articolo 28 del decreto ‘Sostegni’. La conseguenza è un blocco quasi immediato ai cantieri e la messa a rischio delle imprese edili in primis e poi, di tutta la filiera”. All’appello delle associazioni di categoria si è aggiunta una class action nazionale tra imprenditori edili, con il sostegno di parlamentari e organizzazioni di settore. Obiettivo “cambiare l’articolo incriminato ed evitare il fallimento di migliaia di imprese con il licenziamento dei lavoratori”.

LA MANIFESTAZIONE. Ieri imprese e lavoratori della class action, si sono dati appuntamento a Roma per una prima manifestazione alla quale hanno preso parte anche esponenti della Camera e del Senato.

MANCA. "Cittadini, artigiani, piccoli imprenditori e tanti tecnici hanno rappresentato il grave danno che la modifica imposta determinerà verso il settore edilizio che ha dato un forte impulso al sistema economico italiano - dice Alberto Manca, deputato sardo del Movimento 5 Stelle partecipando alla manifestazione - manifestiamo il nostro pieno sostegno alla protesta per lo stato di incertezza causato da una norma che modifica i lavori in corso e che ha già bloccato centinaia di cantieri in tutta Italia - conclude - saremo al fianco delle imprese e delle famiglie in questa battaglia. Il Superbonus non si tocca e i cittadini hanno bisogno di chiarezza”.

CLASS ACTION. Intanto prosegue l’azione degli aderenti alla class action che punta alla modifica dell’intervento del decreto. "L'articolo 28 modifica la normativa sulla cessione del credito, elimina la facoltà di “successiva cessione" dei crediti maturati e azzoppa due strumenti fondamentali per la fruibilità di superbonus 110%, ecobonus 65% e bonus casa 50%: lo sconto in fattura e la cessione del credito - dicono i partecipanti - i crediti fiscali non potranno più essere ceduti più volte bensì potranno essere ceduti una sola volta. Se le banche possono acquisire crediti fiscali che poi non possono cedere nuovamente (come invece operato fin oggi), acquisiranno solo i crediti che serviranno a loro volta per pagare le loro tasse per i prossimi 5 o 10 anni - spiegano - il problema è che molti istituti, a oggi, hanno già raggiunto la loro saturazione sospendendo l’acquisizione di crediti ulteriori, già da febbraio 2022.
Cassa Depositi e Prestiti, il 2 febbraio, ha dichiarato che non acquisirà ulteriori crediti fiscali sin dal giorno del comunicato stesso - ricordano dalla class action - se le imprese non potranno più cedere il credito fiscale acquisito, e convertirlo in denaro, andranno in difficoltà serissime e purtroppo molte falliranno per oggettiva mancanza di liquidità. Un fallimento con tanti soldi sul cassetto fiscale delle Imprese ma senza chi può acquisirli. Altro punto è che la norma è retroattiva perché di fatto non consentirà più di cedere crediti dove ci si è impegnati contrattualmente con i committenti nel 2021 - concludono dalla class action - le aziende non potranno pagare operai e fornitori con i crediti fiscali".(CHARTABIANCA) red © Riproduzione riservata imprese regione edilizia