- La Giunta regionale ha stabilito di non sottoporre all'ulteriore procedura di Verifica impatto ambientale, il progetto proposto dalla Società Ecosir s.r.l. per l'impianto Centro di riciclaggio inerti “Su Mattone”, nell’area del Comune di Siniscola (NU). La decisione è arrivata con una delibera approvata dalla Giunta, su proposta dell’assessore dell’Ambiente, Gianni Lampis, che prevede anche osservazioni che la società dovrà rispettare per poter avare l’ok al progetto da sottoporre ad autorizzazione.
L'intervento, i cui oneri stimati si attestano a 150 mila euro, consiste nella realizzazione di un impianto per il recupero di rifiuti speciali non pericolosi, in località Su Mattone, a una distanza minima di circa 2,15 chilometri dall'omonimo centro abitato. L'esercizio dell'impianto, che avrà una potenzialità massima di circa 30.000 tonnellate all'anno (circa 16.764 metri cubi/anno), e uno stoccaggio istantaneo complessivo di 6.000 metri cubi, necessita di un insieme di aree funzionalmente connesse, in parte esistenti.
IL PROGETTO. La società prevede che i materiali in ingresso al centro di riciclaggio, dopo le operazioni di messa in riserva, cernita ed eliminazione degli eventuali rifiuti non recuperabili, saranno sottoposti a frantumazione, separazione dei metalli ferrosi e vagliatura nel nuovo impianto. I prodotti ottenuti, suddivisi in diverse classi granulometriche, potranno essere venduti e utilizzati per opere edili, in agricoltura, come sottofondi per rilevati e, previa esecuzione dei test di cessione a norma di legge, per attività di recupero ambientale. Una parte sarà utilizzata per la realizzazione degli interventi di recupero ambientale della vicina cava di argilla e di altre superfici compromesse da scavi pregressi, individuate nel progetto “Esercizio di cava per la valorizzazione del giacimento di argille con il contestuale ripristino ambientale e riutilizzo delle aree ad uso agronomico-produttivo denominato Su Mattone”, sempre nel comune di Siniscola, e sottoposto alla procedura di Via.
PRESCRIZIONI. L’ok regionale, si legge nella delibera, arriverà a patto che la società preveda alcune prescrizioni. Tra queste si prevede che: preliminarmente all'entrata in esercizio del nuovo impianto, la società dovrà provvedere al riordino dell'area, tramite la raccolta e il recupero e smaltimento di tutti i rifiuti presenti, conformemente alle norme vigenti in materia; i materiali prodotti nell'impianto, idonei per le attività di recupero ambientale (R10), dovranno essere prioritariamente impiegati per il recupero della cava e delle aree oggetto di riqualificazione ambientale, prossime al sito dell’impianto; nell'impianto dovranno essere trattati i rifiuti indicati nelle autorizzazioni rilasciate dall'autorità competente, e le operazioni di recupero dovranno avvenire nelle aree indicate nelle planimetrie allegate al progetto; oltre alle misure di mitigazione indicate nello Studio preliminare ambientale, e con riferimento alle emissioni in atmosfera, dovranno essere adottati sistemi per l'abbattimento delle polveri nei piazzali di progetto e dovrà essere assicurata la pulizia periodica delle aree di lavorazione e di transito, in particolare in concomitanza con situazioni di elevata ventosità, nonché la rimozione di eventuali depositi sulla strada di accesso e sugli innesti alla viabilità stradale principale. Inoltre la società dovrà prevedere iniziative sul fronte dell'impatto acustico verificando la conformità delle emissioni e immissioni dell'impianto ai limiti di legge; in fase di dismissione dell'impianto, previo accertamento di eventuali contaminazioni del suolo e sottosuolo, dovrà provvedere al ripristino ambientale dell'area e allo smaltimento dei materiali non riutilizzabili, conformemente alle norme vigenti in materia di gestione dei rifiuti.